Torre di Clarignano_1Ancora oggi, a dominare le colline circostanti il castello di Morcicchia, è la Torre di Clarignano, risalente al XV sec., unica testimonianza dell’omonimo castello di origine medieovale. L’antico centro, prende il nome, secondo alcuni dai Signori Clarignano, nobile famiglia montefalchese che abitò per prima il diruto castello nel XI, per altri invece furono i medesimi nobili a prendere come appellativo il nome del castello e del circostante terreno. Clarignano seguì le vicende degli altri insediamenti fortificati della zona, fece parte della Normandia, fu poi assoggettato vassalaticamente alla chiesa ed infine entrò a far parte del Ducato Spoletino. All’interno, era documentata anche una chiesa, dedicata a San Bartolomeo, della quale purtroppo non resta traccia.  La torre di sentina venne commissionata da Comune di Spoleto, che voleva tenere sotto controllo il territorio, all’architetto Francesco da Settignano; nell’atto di appalto sono segnalati i pagamenti, i materiali da usare e le caratteristiche che doveva avere la torre:  un forno, una cisterna, un camino, una scala a chiocciola..ecc. Sappiamo inoltre che venne reimpiegato molto materiale del semidiruto castello. Il Comune di Spoleto nomina poi per la torre di Clarignano “un vicario che provvedesse all’esercizio della giurisdizione in quel luogo e facesse, secondo l’uso, pagare le collette e i pedaggi da chi passasse per quel territorio. Clarignano infatti si trovava in una posizione strategica, lungo strade molto frequentate e fu conteso infatti da vari centri della zona: Spoleto, Giano, Montefalco.

Una curiosa leggenda racconta che all’interno della torre fosse nascosto un tesoro: forse tre porcelli d’oro, un vitello d’oro, o una chioccia d’oro con i pulcini. Il luogo però sembrava avvolto da un’atmosfera lugubre, si credeva infatti  che i tesori fossero maledetti e che, a chi li avesse dissotterrati, sarebbe capitato qualcosa di terribile. Spesso infatti i cercatori di tesori erano quindi costretti a fuggire via, terrorizzati e a mani vuote.