apertura-cinghiale2L’area dei Monti Martani presenta una notevole varietà di ambienti. Molte specie, anche rare, sono segnalate e sempre più frequenti: il lupo (Canis lupus); la coturnice (Alectoris graeca) è scomparsa negli anni trenta; le starne (Perdix perdix) hanno ricolonizzato alcune aree dei prati sommitali. La fauna, attualmente in ripresa, ha subito un decremento da imputare essenzialmente alla diversa pressione antropica determinatasi in seguito al decadere della pastorizia transumante e la costruzione e sistemazione delle strade anche il tipo di utilizzazione del terreno ha influito fortemente sulla fauna poiché determina diversi habitat che favoriscono o no determinate specie e associazioni di animali. La situazione ambientale prima degli interventi di rimboschimento le coltivazioni si spingevano più in alto possibile per sfumare poi in cose degradate e rocciose alle quali seguivano i prati costituiva l’habitat ideale per gli animali dei quali si è registrata la scomparsa. Poiché però ogni equilibrio è dinamico, ad un nuovo habitat corrispondono potenzialità di popolamento. Allo stato attuale, essendo breve il tempo in termini ecologici, il fenomeno di ripopolamento è in ripresa. Attualmente la montagna offre, con l’alternarsi di aree pascolo e boschive, condizioni che si prestano al ritorno di ungulati da cui non si aveva traccia dal medioevo. Inoltre, la trasformazione del ceduo semplice in composto e in fustaia, la maggior tranquillità dei boschi, più distanti dalle strade, predispongono un ambiente adatto al gatto selvatico (Felix silvestris), la cui presenza è testimoniata da avvistamenti fatti da guardie forestali, e a tutti gli animali di ambiente silvano: gli scoiattoli (Sciurus vulgaris) sono ormai molto numerosi, mentre recente è la ricomparsa del colombaccio (Columba palumbus) e gli stessi piccioni selvatici (Columba livia) tendono a colonizzare alcune aree. È facile sentire il ticchettio dei picchi (Picus viridis) o vedere volare improvvisamente gazze (Pica pica) e ghiandaie (Garrulus glandarius). Sono state individuate tracce dell’istrice (Hystrix cristata) sulUpupa gianese giugno 2015 versante orientale dove, data la maggiore varietà dell’agricoltura, è presente in maniera abbastanza consistente anche il tasso (Meles meles) Recenti studi dell’osservatorio faunistico regionale hanno identificato  circa 130 specie di uccelli. Fra i rapaci le poiane (Buteo buteo) hanno le loro aree preferite di caccia nel versante orientale anche se è possibile vederle veleggiare frequentemente fra i boschi e i prati dell’altro. Sempre soprattutto a oriente se è incontra l’Astore (Accipiter gentilis), mentre fra i rapaci notturni è diffuso soprattutto l’Assiolo (Otus scopus) il cui monotono richiamo nella tarda primavera di alterna al canto dell’usignolo (Luscina megarhyncos). In estate, soprattutto fra gli olivi si vedono frullare con volo leggero ed elegante l’upupa ( Upupa epops) dagli splendidi colori e il rigogolo (Oriolus oriolus). La volpe (Vulpes vulpes) è presente soprattutto in prossimità delle aree abitate così come la faina (Martes faina) e la donnola (Mustela nivalis). La popolazione di anfibi è piuttosto ricca e annovera diverse specie, tra cui il tritone crestato (Triturus cristatus), la lucertola muraiola (Podarcis muralis) la rana verde (Rana sp.) il rospo comune (Bufo bufo) e il rospo smeraldino (Bufo viridis).