San Felice-Affresco Soffitto-Cappella PrivataSan Felice, patrono di Giano dell’Umbria e di Massa Martana, fu vescovo tra la fine del III e l’inizio del IV sec. d.c.  di Vicus ad Martis. Complicata la questione agiografica che lo fa vescovo di più città…Massa Martana, Giano, Spello, come dubbioso il luogo e la data della sua morte. Diverse inoltre sono le versioni relative al suo martirio avvenuto ad opera del prefetto Tarquinio presumibilmente tra il 304 e il 306 d.C. Si narra che, per int
ervento divino, stentasse a morire nonostante le terribili torture alle quali fu sottoposto: fu immerso in una pentola con pece bollente, fu messo sui carboni ardenti come San Lorenzo, alla fine fu decapitato. Numerosi inoltre si dice fossero gli eventi straordinari che si scatenarono nel momento della sua morte: l’improvviso offuscamento del cielo con tuoni e fulmini, un terremoto e l’apparizione di angeli. Dopo la sua morte, per dare degna sepoltura a Felice,  i cristiani del Vicus ad Martis portarono via di nascosto il corpo e costruirono, in un bosco sacro di lecci dove il santo si ritirava in preghiera, una cappella in cui collocarne il sarcofago. Sulla tomba di Felice, nel X secolo, venne costruita la chiesa romanica in pietra locale, per accogliere i pellegrini che si recavano a pregare il Santo.  Secondo una leggenda i buoi che trainavano il carro che trasportava il corpo del martire dal Vicus ad Martis verso il territorio di Giano, giunti  su una piccola collina si inginocchiarono per mostrare il luogo dove doveva sorgere la chiesa. Secondo un’altra versione, i buoi si sarebbero invece imbizzarriti, facendo cadere il sarcofago del santo nel luogo dove oggi sorge la chiesa. Oggetto di grande devozione, il corpo di Felice era ed è conservato in un sarcofago in travertino locale appoggiato su 4 colonnine, decorato su un lato con San Felice-Sarcofago_2elementi di difficile interpretazione; la sua tomba era famosa per avere poteri taumaturgici: le persone che soffrivano di male alle ossa e i bambini che avevano problemi agli arti e agli occhi venivano infatti miracolosamente guariti al contatto con la tomba. Il malato, come raccontano le immagini all’interno de chiostro dell’Abbazia, doveva passare gattoni sotto il sarcofago di San Felice, sfiorandolo con il corpo, per uscirne così guarito da molti mali.  Gli abitanti di Giano, avevano l’abitudine di onorare San Felice anche durante la processione della Madonna del Fosco…passavano dietro al sarcofago in segno di omaggio e poi proseguivano per il Santuario.

La festa di S. Felice, patrono sia di Massa Martana, sia di Giano dell’Umbria, si celebra il 30 di ottobre.